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Fashion Tech: le start up della moda accendono il futuro del settore

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Il fashion tech esplora le esigenze dei Millennial che richiedono capi personalizzati, possibilmente sostenibili e da acquistare attraverso una modalità “smart”, tecnologicamente avanzata. Le realtà da mettere nel mirino e il caso Else.

A vendere domani saranno capi belli e personalizzati, possibilmente sostenibili, e da acquistare attraverso una modalità “smart”, tecnologicamente avanzata

È il fashion tech il motore della moda del futuro. Si tratta di nuove realtà imprenditoriali che, grazie all’analisi dei dati in rete e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, promettono di far decollare il settore. Un comparto d’oro visto che già oggi il solo abbigliamento vale 1,4 trilioni di dollari al mondo (il 2% del Pil globale) , più nello specifico, per l’Italia, tra i primi cinque esportatori al mondo, pesa 61 miliardi di euro (il 4% del Pil). Anche per questo motivo è necessario adeguare il passo ai ritmi del nuovo Millennio che nel fashion, sono sempre più dipendenti dalla tecnologia a 360 gradi, dall’evoluzione dei sistemi di pagamento fino alle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale applicata ai sistemi di personalizzazione dei prodotti, al mondo dei social e al cosiddetto “omnimarketing”. A vendere domani saranno capi belli e personalizzati, possibilmente sostenibili, e da acquistare attraverso una modalità “smart”, tecnologicamente avanzata.

Le fashion tech da seguire con attenzione

Tra le realtà più recenti presentate nell’ambito del circuito Start Up Initiative a una platea di potenziali investitori ci sono tre start up italiane da mettere nel mirino. Dis (Design Italian Shoes) piattaforma di e-commerce marchigiana fondata dai fratelli Andrea e Francesco Carpineti e da Michele Luconi per la vendita di calzature maschili su misura e prodotte in Italia: il software aiuta il cliente a creare il proprio paio di scarpe incrociando diversi modelli con varianti di colori, lacci e trattamenti di pellame per un totale di 50 milioni di combinazioni; dal sito la richiesta è inoltrata alle botteghe artigianali dove le scarpe sono realizzate e consegnate entro dieci giorni. Si tratta di un modello di business peculiare perché unisce l’universo hi tech che può, in teoria, raggiungere potenziali clienti nei cinque continenti, con l’eccellenze dei distretti italiani facendo rete. (Guarda la presentazione del loro progetto a Shark Tank: apri video su Mediaset)

Vi è poi iCoolHunt/Nextatlas, start up nata dall’idea di Luca e Alessio Morena di individuare i trend emergenti attraverso l’esame di milioni di dati provenienti dai social e, in particolare, di immagini visto che la fotografia digitale sta diventando il linguaggio globale condiviso. Un tesoro nascosto di dati che grazie alla piattaforma Nextatlas sono aggregati in modo scientifico e studiati, in ultimo, da esperti che confermano e affinano le tendenze identificate.
NearIT, inifne, è una start up italiana che ha sviluppato una piattaforma per creare e gestire campagne di proximity marketing, ovvero far avere alla persona giusta il messaggio giusto nel  momento giusto. Si tratta di una tecnologia che permette di scegliere il target a cui inviare il messaggio, il tipo di contenuto condividere e soprattutto il momento in cui far ricevere il messaggio (ad esempio quando l’utente arriva nei pressi di un determinato negozio).

Il caso E.L.S.E.

Else, ovvero “Exclusive Luxury Shopping Experience” è una piattaforma tecnologica nata nel 2014 a Milano e certificata  da Early Metrics UK, agenzia di rating per le startup e le pmi innovative, destinata all’industria calzaturiera (per cui è stata svilupppata e presentata la piattaforma dedicata else.shoes) e, in generale, all’universo della moda. La piattaforma realizza uno scenario di  “virtual retail” partendo dal design del prodotto in 3D e dalla sua prototipazione industriale per arrivare fino alla produzione dei prodotti personalizzati e su misura, ricostruendo così un processo produttivo virtuoso. In prospettiva Else scommette su un futuro in cui i negozi avranno spazi limitati per magazzini e back office e, a fronte di un assortimento di articoli da vedere e toccare dal vivo, la scelta di acquisto sarà effettuata da postazioni hi tech attraverso sistemi di scanning 3D e software per la personalizzazione del prodotto. Else ha già stretto tre accordi di partnership: con FaceShoes, creato dall’imprenditore bolognese Andrea Padovan; con Leonardi Milano, brand emergente che offre moda su misura per uomo in Via della Spiga e, infine, con la stessa Design Italian Shoes. In particolare, per quanto riguarda l’accordo con Dis, le due  start up si sono unite per offrire, inizialmente attraverso una Collezione Capsule dedicata, l’esperienza di acquisto di tipo “DIY&AI” (“Do It Yourself & Artificial Intelligence” / “Fai Da Te & Intelligenza Artificiale”). “Questa nuova collezione – spiega la società – propone al cliente la possibilità di creare le proprie scarpe personalizzate, scegliendo tra i modelli presenti, ottimizzata da un motore che si basa sul Virtual Fitting e sull’AI che prevede le preferenze di stile e la calzata ideale individuale degli utenti e, di conseguenza, raccomanda specifici prodotti che meglio si adattano alle loro richieste”.

SOURCE: beesness.it