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Come scalare nel fashion tech (i risultati pazzeschi di Lanieri)

Fatturato 2016 +200%, numero clienti triplicato, ordini + 150%, oltre 50 paesi raggiunti: sono alcune delle metriche che permettono oggi di affermare che Lanieri è un successo del fashion tech italiano, un settore che come abbiamo anche scritto in questo recente articolo, può avere un grande futuro nel nostro paese, dove cultura e expertise nel settore manifatturiero e nella moda di qualità non mancano.

Lanieri è uno dei casi che incoraggiano a pensare sia fattibile, ha puntato tutto su questo, portando la sartorialità italiana nell’era digitale. Ma in che modo la società è riuscita a raggiungere i suoi risultati di crescita così positivi? 
“Abbiamo puntato molto sull’internazionalizzazione del progetto: il 2016 si è focalizzato sull’apertura di 6 nuovi atelier, 3 dei quali fuori dall’Italia, in Germania, Francia e Belgio. – dice il fondatore e ceo Simone Maggi – Con un tasso di crescita che in alcuni mesi dell’anno ha toccato il +350% abbiamo capito subito che dovevamo spingere al massimo sull’acceleratore per esportare il nostro innovativo modello di vendita omnichannel nei paesi dove la richiesta di Made in Italy di qualità è maggiore. La nostra prossima sfida saranno gli Stati Uniti, dove ci stiamo già muovendo a livello di network grazie anche al nostro ingresso in Endeavor.”

Ricordiamo che Lanieri è una startup fashion tech, ma anche ecommerce che ha portato online la vendita di abbigliamento su misura da uomo rigorosamente Made In Italy. Il mercato del made-to-measure è in crescita, soprattutto nel settore dell’abbigliamento: secondo uno studio Deloitte condotto in UK, il 41% della popolazione vorrebbe poter indossare capi di vestiario personalizzati e 1 su 4 sarebbe disposto a pagare fino al 20% in più.

endeavor italia
I due fondatori, a sinistra Riccardo Schiavotto a destra Simone Maggi

Con un modello di business convincente per il “made-to-measure”, Lanieri ha raccolto complessivamente fondi per 4,5 milioni di euro, messi a disposizione da un gruppo di lanifici biellesi, tra cui la storica azienda Reda, che hanno creduto nel progetto della startup di coniugare l’eccellenza sartoriale italiana con un’innovativa modalità di vendita omnichannel, che associa la possibilità di vivere l’esperienza di acquisto sia online che in atelier. Un approccio che si è dimostrato vincente e che ha portato Lanieri nel 2016 ad aprire 6 nuovi atelier (Roma, Torino, Bologna, Parigi, Monaco di Baviera, Bruxelles), che hanno contribuito a consolidare la presenza di Lanieri sui nuovi mercati presidiati e  a generare un aumento degli ordini del +150%. Oggi, ad ogni acquisto effettuato offline corrispondono 1.5 ordini online: un dato che ben rappresenta il graduale passaggio al digitale di un servizio storico – quello della sartoria – che in Italia costituisce una vera e propria eccellenza e che Lanieri sta contribuendo a rendere sempre più accessibile a livello globale. Forte di una tecnologia e una produzione completamente Made in Italy, l’azienda utilizza infatti le materie prime più pregiate presenti sul mercato: tra i brand, Loro Piana, Ermenegildo Zegna, Thomas Mason, Albini e molti altri.
“Un altro aspetto su cui abbiamo investito – e che ha premiato i nostri sforzi – è stato il miglioramento della piattaforma dal punto di vista tecnologico con lo sviluppo di un nuovo configuratore 3D che permette agli utenti di vivere l’esperienza di acquisto in modo ancora più realistico, facilitando il processo d’ordine. – continua Simone Maggi – Abbiamo investito molto sulla comunicazione digitale nelle testate di settore per migliorare il nostro posizionamento, ma soprattutto abbiamo focalizzato tutta la nostra strategia sul miglioramento costante del servizio in termini di rapidità di ordinazione e consegna, supporto al cliente in atelier o online, cura costante nella scelta di fornitori e materie prime che esaltassero al massimo le eccellenze Made in Italy, aspetto su cui non temiamo la concorrenza.”

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