Il fake è meglio e costa meno dell’originale… e il virtual retail (la start-up Else Corp.), i Silos Armani e il Palazzo Morando a Milano

Recentemente ho letto alcune dichiarazioni di Jack Ma, il fondatore del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba.com, che hanno fatto infuriare gli operatori del mercato “Luxury e Fashion”, e poiché parte rilevante di questo mercato è gestito da brand italiani, ho cercato di fare un approfondimento.

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Jack Ma, Ceo del gruppo Alibaba.com, colosso modiale dell’e-commerce

Le dichiarazioni di Mr. Ma, suonavano più o meno così (la traduzione e il “groupage” delle dichiarazioni è stato fatto sulla base di differenti articoli e post apparsi on-line):

..recentemente la qualità dei prodotti “fake” è molto migliorata. Spesso i prodotti “fake” sono di migliore qualità e, naturalmente, di prezzo infinitamente più basso degli originali.  Oggi ci sono fabbriche che rilasciano sul mercato prodotti che vengono assemblati dalle stesse linee di produzione e con gli stessi materiali utilizzati per i brand , semplicemente questi prodotti non hanno il “brand ufficiale” ma, come minimo, sono della stessa identica qualità..

Una mazzata, certamente Mr. Ma sta cercando di “difendere” una parte importante del business di Alibaba che, attraverso la sue piattaforme e-commerce, offre ai clienti di tutto il mondo la possibilità di acquistare direttamente dalle fabbriche cinesi anche prodotti che “sembrano, ma non sono” gli originali.

Questo, outing di Mr. Ma, potrebbe rivelarsi uno tsunami per il mondo della moda, una ondata rappresentata dall’incremento delle vendite dirette, attraverso l’e-commerce di Alibaba, delle fabbriche cinesi agli utenti di tutto il mondo.      Un “modello di business” che punta alla “disintermediazione dei canali di vendita occidentali” (e a questo punto anche i Brand diventano “semplici” canali) e che potrebbe espandersi ulteriormente grazie alla rinnovata “reputation” (che punta alla qualità) che Mr. Ma ha iniziato a offrire ai produttori cinesi con le sue dichiarazioni, grazie alle tecnologie internet e grazie a “dollaroni” spesi per il marketing diretto.

Il rapporto diretto con i Clienti genererebbe, inoltre, una quantità enorme di “dati” che diventerebbero una uteriore “miniera d’oro” per Mr. Ma e le sue organizzazioni.

Come ha riportato The Financial Times, nessun brand ha commentato ad esclusione del proprietario di un importante brand italiano (che però non ha voluto essere citato) che si è detto “semplicemente sconvolto da queste dichiarazioni!”.

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Mr. Ma ha, inoltre, distribuito qualche altra “legnata” ai brand del “Fashion & Luxury”, ad esempio ha affermato (riportato dal ft.com) che i proprietari delle fabbriche cinesi sono stanchi di vedere la maggior parte del profitto dei prodotti che loro assemblano per pochi dollari finire nelle mani dei “brand-owners”.

Le conclusioni di Mr. Ma, infine : Il modo di fare business per i brand deve cambiare, non si tratta della concorrenza dei prodotti fake, non si tratta di internet che li sta distruggendo. Si tratta di nuovi modelli di business che stanno rivoluzionando l’intero mondo.

E’ con questi messaggi nella memoria che, quando recentemente ho incontrato Andrey Golub, Ceo di Else Corp – una start-up innovativa che è nata a Milano, ho immaginato che il suo progetto potesse essere certamente una delle risposte all’attacco di Mr. Ma (che in realtà è una chiara trascrizione del progetto Cinese di aggressione diretta ai mercati occidentali per avere clienti serviti direttamente – disintermediando i canali di vendita  –  e avere margini di contribuzione più alti).

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Andrey Golub, Ceo di ELSE Corp. con una delle soluzioni “VIRTUAL RETAIL”

Else Corp sta progettando il “VIRTUAL RETAIL” e il “CLOUD MANUFACTURING” , un nuovo concetto B2B, una modalità innovativa per essere “canale di distribuzione” nella moda nel “nuovo mondo IP”.

La soluzione, sostenuta da una piattaforma SaaS, consentirà ad un “retailer” di servire un “utente” desideroso di acquistare un prodotto esclusivo consetedogli di poter “disegnare”, “personalizzare personalmente” ed infine ottenere un “prodotto su misura” e assolutamente “unico” a prezzi che sono uguali a quelli delle collezioni “prêt-àporter“.

Tutto ciò grazie ad un coinvolgimento di “fabbriche locali” (si tratterà di artigiani, di laboratori, dei “paladini” del “MADE IN ITALY“), che verranno inserite in un innovativo processo di produzione e logistico (“Cloud Manufacturing”) teso a soddisfare un ordine di un prodotto di lusso, anche estremamente personalizzato, in pochi giorni dalla richiesta.

 

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Il “VIRTUAL RETAIL” (o “virtual commerce“) svilupperà una “customer experience” ineguagliata fino ad ora, fatta di misure prese attraverso la scannerizzazione del piede o del corpo, dalla possibilità di provare da subito in modo virtuale il prodotto che, praticamente, si è disegnato personalmente, fatta da personalizzazioni con una gamma di alternative praticamente illimitata.

 

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Una customer experience fatta di “realtà aumentata” mixata con il tocco reale dei materiali con cui i prodotti verranno “costruiti artigianalmente”, prodotti che saranno “su misura”, “unici” e di “qualità certificata”.

In sostanza si tratta di uno di quei “nuovi modelli di business” che Mr. Ma propone come “disruptive”… però questo parte dalla creatività, dalla innovazione e dalla capacita artigiana delle nostre “industrie”(di tutte le dimensioni) della moda e del lusso e dalla voglia di operatori del retail di sorprendere ancora “il cliente”.

Il “VIRTUAL RETAIL” potrebbe non essere l’unica delle risposte che il mondo del Fashion & Luxury deve dare alle nuove sfide del mercato… ma sicuramente questa è una ed è rivoluzionaria!!

Sito WEB di ELSE CORP

This article is published by Mauro Catalano, Sales & Marketing Director.

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